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Restyling
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Lettera aperta a... Giorgetto G.
Premetto che questa mia non vuole essere un'offesa al geniale designer Giugiaro, scaturita dalla mente di un esaltato, ma semplicemente il punto di vista di un consumato creativo che opera il restyling per "necessità" divertendosi a trovare difetti nelle automobili appena immesse sul mercato. Questa volta ahimè, me la prendo con il modello che è stato presentato al Salone di Ginevra nella primavera del 2002. Veramente quest'auto è già perfetta, ma con un ulteriore restyling, potrebbe entrare nel tempio dell'immortalità. Una critica ferma e aspra la mia, a causa soprattutto dell'innato desiderio di eseguire restyling su ogni modello nuovo, mettendo in discussione la sua estetica, in quando qualche volta appare come una stortura, naturalmente riferito tutto questo, sempre al mondo delle automobili. Il grande designer Giugiaro presentando la " Brera", prototipo su base Alfa Romeo che presto sarà in produzione, si è messo nella condizione di essere criticato in anticipo sul suo debutto sul mercato. In questo modello infatti ci sono alcune soluzioni di design "già viste", forse dovute al fatto che Giugiaro, sempre secondo il mio modestissimo parere, è abbastanza prigioniero delle mode del momento.
Mode che hanno invaso il mercato affollandolo, sotto ogni aspetto e latitudine, di modelli tutti simili tra loro. In un'intervista Giugiaro ha detto che l'auto del futuro deve rispondere al design puro, ma contemporaneamente anche ad altri fattori, non meno importanti, convergenti tutti tra loro. Pertanto un auto per essere vincente, , dovrà contenere linee semplici (stile romanico contrapposto al gotico) e nello stesso tempo, rispondere a quei principi che oggi regolano l'economia dei consumi e della sicurezza automobilistica. Regole universali quindi, sancite anche dalle direttive internazionali in materia di auto del futuro.
A questo punto entra in causa la mia proposta.
Prima ancora di esporla però, vorrei soffermarmi ancora su un punto.
C'è sempre stata e, forse sempre ci sarà, una fetta di mercato che fa scelte esclusivamente in funzione di come é "vestita" un auto. Nel senso che coloro che subiscono il fascino del "colpo di fulmine " quasi sempre si scordano dei contenuti di quel modello; contenuti quasi sempre dati per scontati.
Secondo me, questa categoria di acquirenti non dovrebbe essere trascurata, poiché potrebbe far risollevare, da sola, le vendite di molte Case automobilistiche, oggi più che mai in grande difficoltà economica.
Ma come si possono attirare nuove fette di mercato?
Naturalmente con le… migliorie e quindi con il Restyling.
Il restyling infatti, potrebbe rendere appetibile qualsiasi auto, con il risultato di ampliare le vendite anche alle fasce di mercato che comprano in funzione del "vestito". (anch'io faccio parte di questa categoria). Ecco pertanto alcuni punti da cui partire per dare nuova immagine all'auto del futuro.
Migliorie
1 - Il frontale non dovrebbe avere la mascherina, parlo di quella tradizionale (Alfa Romeo Mercedes, ect), in quanto interrompe l'armonia del frontale.
Sul penultimo modello della Clio, infatti la Renault ha certamente azzeccato il frontale, rendendolo coerente con lo stesso gruppo ottico però subito dopo é andata a vanificare tutto, uscendo con la Reebok, il nuovo modello della Clio.
La Reebok infatti ha la mascherina, anzi ne ha due, posizionate, tra due fari a forma di goccia, per la verità molto belli a vedersi, ma alquanto sbilanciati rispetto al frontale stesso. Queste due mascherine infatti annullano tutto quello che di buono era stato fatto sul modello precedente. Inoltre lo stesso designer, rettificando il vecchio modello, ha dimostrato di essere giunto a questa soluzione, quasi per caso, come se non fosse per niente consapevole della scoperta ottenuta.
Alla luce di questa considerazione, posso dire che il cofano dovrebbe terminare sempre con un taglio ben marcato, oppure, in alternativa , con più tagli, magari tutti sovrapposti tra loro,e comunque sempre inseriti nella carrozzeria (come le fessure di una tapparella di una finestra in legno). Questa soluzione tra l'altro ancora non è stata sperimentata. Qualcosa del genere l'ha realizzata la Toyota con la Yaris creando un frontale pieno di fori. Il suo frontale però é cromato, mentre se fosse stato dello stesso colore della carrozzeria, l'auto nel suo complesso, avrebbe acquistato più linearità.
2 - Il cofano anteriore invece non dovrebbe essere mai bombato, ma scavato. Una "discesa" anche molto larga, infatti darebbe più stabilità e soprattutto più grinta all'auto stessa. (qualche caso si è già visto con le Porsche ed ora anche con la Fiat Stilo. Però, se la Stilo avesse avuto la scavatura più accentuata, sicuramente ne avrebbe guadagnato in silouette.
3 - Spesso il gruppo ottico anteriore é di grande effetto visivo a causa della tendenza, oggi ormai diffusa, di creare i così detti "occhi a mandorla" o meglio, le gocce. Ma queste gocce, purtroppo qualche volta, non sono in linea con il frontale stesso. ( vedi la Reebok).
Ancora ricordo la gloriosa Citroen CX, il cui frontale prevedeva una discesa pulitissima ed arrivava ad essere superlativo, grazie ad un tergicristallo che aveva una sola spazzola.
Quello del tergiscristallo unico è un problema serio poiché alcuni modelli di auto, anche Case prestigiose, dopo aver sperimentato il tergicristallo unico sono tornate alle due spazzole.
Questo fa capire come nel settore degli accessori non c'è ancora posto per l'innovazione tecnologica consapevole.
4 - La coda dovrebbe essere sempre alta, come pure il gruppo ottico; il quale, non dovrebbe essere mai incurvato verso l'alto, come una fetta di melone. La nuova "Brera" infatti ha i gruppi ottici posteriori posizionati al contrario di come dovrebbero essere. Se le loro punte fossero rivolte verso l'esterno, la coda ne guadagnerebbe sicuramente, ma soprattutto andrebbe a fare un tutt'uno con le linee provenienti dalle fiancate, le quali spesso non coincidono con i particolari del gruppo ottico. Particolari come frecce e stop.
5 - La targa infine, non dovrebbe stare mai in basso e neppure dentro il fascione del paraurti, poiché appesantisce tutto il posteriore, creando quell'effetto di "culo basso", tanto brutto a vedersi, specialmente in alcuni modelli americani.
Questo fatto del "culo basso" è stato un problema anche per la Y 10. Inserendo la targa in fondo alla carrozzeria, il suo designer infatti, ha vanificato tutto quello che di buono aveva fatto sul modello precedente.
Questo errore lo si può vedere anche sull'attuale Golf della Wolkswagen e su molti altri modelli di Case ritenute insospettabili.
6 - Di solito la coda finisce con un rialzo.
Se invece il bagagliaio avesse lungo tutta la sua coda un taglio di 45 gradi e una scavatura al suo interno larga circa 10 cm. sicuramente diventerebbe acquisterebbe personalità vincente. Pertanto tutte queste soluzioni rispecchiano la mia idea che è quella di rompere con gli schemi tradizionali cosi come lo stesso Giugiaro già fece negli anni sessanta con la gloriosa Giulia. Secondo me quelle innovazioni furono la chiave del successo di quel modello.
Allora egregio Dr. Giugiaro …perché non partire proprio da qui per ri-disegnare la nuova auto del futuro?
Di seguito alcuni esempi di restyling eseguiti su automobili attualmente in circolazione.
Prima dell'uscita sul mercato della Mercedes 180, avevo posizionato il gruppo ottico posteriore, in alto, anticipando di quasi tre anni, Bruno Sacco il suo designer che proponeva questa soluzione al salone di Praga, nel '94.
La BMW ha fatto terminare il frontale della sua 530 direttamente sul paraurti eliminando in questo modo la fastidiosa linea di interruzione sul cofano, tanto brutta a vedersi sul modello precedente. Tutto questo però 5 anni dopo che avevo immaginato e poi realizzato questo restyling attraverso l'uso di un computer nel '94.

L'anno stesso eseguivo il restyling di una City Car non ancora in produzione. Il suo prototipo, ideato dall'arch. Mario Maioli e realizzato dal Centro I.DE.A in collaborazione con Quattroruote veniva presentato nella primavera '94 a Torino.
In quell'occasione ebbi il piacere di conoscere Mario Maioli che mi raccontò come gli era nata l'idea e come stesse cercando una Casa automobilistica che ne producesse il minimo quantitativo per metterla in produzione.
Effettuai un primo restyling chiamando quella City Car "Valentina" in onore di Valentino Garavani. Mi ero rivolto al noto stilista per la sponsorizzazione del progetto, cosi come Maioli mi aveva chiesto di fare. Valentino inoltre avrebbe dovuto allestirne gli interni, creando una Joint-Venture con la Mercedes- Benz stessa, la Casa produttrice possibile della City Car. Ma Valentino non accettò e cosi il progetto decadde.
Con "Valentina" comunque avevo immaginato una City Car molto simile a quella che soltanto quattro anni dopo, produssero la Daimler-Benz e la Swatch, con la Smart.

Nella foto sotto i primi studi eseguiti nel 1994 sulla City Car.

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